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La luna, bisogna crederci per forza (da Cesare Pavese) – Teatro di riciclo, Torino, 22 luglio 2020

Compagnia Marco Gobetti, in collaborazione con Unione Culturale Franco Antonicelli

LA LUNA, BISOGNA CREDERCI PER FORZA, da Cesare Pavese – TEATRO DI RICICLO

Mercoledì 22 luglio 2020, h 19.30, su strada, in piazza Carignano, a Torino (in caso di pioggia, sotto i portici di Piazza Carlo Alberto)
L’attore accetta offerte a cappello, libere e non obbligatorie.
In ottemperanza alle direttive emanate dalla Città di Torino, sarà presente un cartello ben visibile, con le prescrizioni per il pubblico presente sull’obbligo di indossare la mascherina e di rispettare il distanziamento di un metro fra le persone.

LA LUNA, BISOGNA CREDERCI PER FORZA (Riduzione e drammatizzazione teatrale del romanzo LA LUNA E I FALÒ e testi lirici di Cesare Pavese – Compagnia teatrale Il Barrito degli Angeli) è uno spettacolo che non va in scena da vent’anni. Qui consultabile, la scheda di allora: https://bit.ly/2VQNYNg

Marco Gobetti uno fra gli ideatori e gli attori (locandina con crediti: https://bit.ly/2VKb7kr) delle repliche (https://bit.ly/3dZc12R) realizzate fra il 1998 e il 2000, ne evoca il percorso e, copione alla mano, con il suo “teatro di riciclo” ne re-interpreta pubblicamente la drammaturgia.

LA LUNA, BISOGNA CREDERCI PER FORZA, da Cesare Pavese – TEATRO DI RICICLO diventa così un monologo che interseca – con suggestioni che variano dalla consequenzialità al contrappunto drammatico (molteplici i gradi intermedi) – la vicenda de La luna e i falò di Cesare Pavese a una antologia delle liriche dell’autore.

L’attore agisce a porte chiuse nella sede dell’Unione culturale Franco Antonicelli dalle h 10.00 alle h 17.00 di mercoledì 22 luglio 2020; quindi, alle 19.30 dello stesso giorno, trasla in pubblico una parte del suo lavoro, secondo la già sperimentata formula del TEATRO DI RICICLO.

COSA E’?
Per “teatro di riciclo” si intende l’azione di un attore tesa a evocare una replica precisa o un insieme di repliche trascorse di uno spettacolo cui abbia preso parte o di cui sia stato spettatore: la vicenda e le immagini dello spettacolo rivivono, così, profondamente contaminate dalla narrazione dei meccanismi teatrali e di tutto ciò che è riconducibile al rapporto tra attori, spazi e pubblici incontrati.
Il “riciclo” del teatro già stato non intende essere surrogato del teatro stesso; bensì concentrato rarefatto, essenza che ne sublima la mobile immanenza, la magia: l’”altrove rimanendo”. Travaso di generi, base concreta per l’utopia.

E’ una azione che intende pure favorisce la ricerca di nuovi pubblici e avviene su strada, o nei cortili o anche prevedendo l’utilizzo di spazi non convenzionali già presenti all’interno dei teatri della città in cui avviene; oltre che di spazi non convenzionali “altri”, che facciano da volano per un ricambio costante del confronto pubblico (bar, scuole, biblioteche, ristoranti, dehor…).

L’azione su strada avviene in ottemperanza alle norme anti-epidemiche in vigore e in forza del DPR. del 28 maggio 2001 n. 311, che all’articolo 6 abrogò i commi primo e secondo dell’art.121 del TULPS (in base ai quali dovevano essere effettuate le richieste di iscrizione al Registro dei Mestieri Girovaghi e le richieste di permesso per le esibizioni); per quanto riguarda il Piemonte, si realizza in base alla Legge regionale 1° agosto 2018 n. 11 art. 32 e alle integrazioni normative adottate dai Comuni nello spirito della legge stessa.
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PENSIERI PER QUALCHE IPOTESI DI CONTAMINAZIONE DEL SISTEMA TEATRALE:
Quali attori e quali “teatri”? Storyplaying, per una contaminazione possibile. Con suggestioni da C. Bene, G. Moretti, G.R. Morteo https://bit.ly/2B5nRe2
Di sogni, mitraglie fondenti e teatro di riciclo. https://bit.ly/2UKSV9H
Dall’epidemia al teatro in streaming. https://bit.ly/30Igfcb
PIAZZA, BELLA PIAZZA. Attori, braccianti, bambini ed anziani. Con una proposta per AAU – Attrici Attori Uniti. https://bit.ly/3hrNVkb

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